Leadership e Bioenergetica

Leadership e Bioenergetica
Aver fondato EnergetiCoaching ci dà la libertà di scrivere e agire ciò che pensiamo e di cui siamo appassionati... questo è il bello della start up che ripaga di tutta la fatica dei primi passi di una impresa.
Oggi torniamo alle origini, la bioenergetica, e utilizzo questa libertà per raccontare e tradurre in chiave manageriale i contenuti di un video (https://www.youtube.com/playlist?list=PLpU1xH5orQHYQVjYa4up-3eMpTPDiOT9k) nel quale Alexander Lowen (inventore della Bioenergetica) racconta il suo pensiero rispetto al sistema mente e corpo.
Un video che se guardato attentamente e trasportato oggi nelle organizzazioni (sociali e d'impresa) può portarci velocemente alla definizione di un percorso di sviluppo personale verso la consapevolezza e, per l'appunto, la leadership.
La voglio definire la leadership bioenergetica, fatta di equilibrio, naturale e spontanea necessaria per trasmettere la vitalità e l'energia necessarie per condurre altri verso uno stato di serenità e il benessere.
Questo per noi è un punto fermo il principio fondante di EnergetiCoaching: chi aspira a un ruolo di leader deve trasmettere positività, ma per trasmettere positività deve saperla generare dentro di sè in forma vera e autentica.
Era questo un concetto che avevo trovato anche in un numero del 1999 dell'Harvard Business Review: "The Toxic Handler: Organizational Hero—and Casualty" (https://hbr.org/1999/07/the-toxic-handler-organizational-hero-and-casualty).
Positività e tensioni
Son infatti sempre più convinto, proprio partendo da quell'articolo, che positività chiama positività sempre ma soprattutto in una organizzazione, sociale o d'impresa: una positività che non significa negazione (situazione artificiale) o assenza (situazione impossibile) di problemi o di elementi di disturbo, ma molto più semplicemente assenza di tensioni e rigidità (situazione vera e possibile). Sto parlando di uno stato endogeno intrinseco al sistema corpo mente e non esogeno conseguenza di eventi esterni.
Son le tensioni interne che provocano lo stress e sono disfunzionali al nostro organismo, perchè tolgono energia, introducono rigidità e appesantiscono, in una progressione esponenziale, l'azione di qualsiasi persona nei processi e nelle relazioni.
Come dice Lowen (anche in questo video) la maggior parte delle persone si costringe a una vita rigida faticosa pesante proprio a causa di queste tensioni, visibili nell'espressione nella postura o nel respiro, che agiscono con devastante costanza sfuggendo alla vista della mente per annidarsi e nascondersi nel corpo. Ed è proprio questo il centro di questa riflessione, il corpo è la nostra vita è la storia ma soprattutto è sempre con noi: osservandolo ci osserviamo e portiamo alla luce ciò che realmente è in noi, non solo ciò di cui siamo, o vogliamo essere, consapevoli.
Il corpo è la verità che la mente non può nascondere.
Due equivoci
Voglio sgombrare subito il campo da due equivoci.
Il primo riguarda la mente stessa: non sto qui affermando che la sua importanza e il suo ruolo debbano essere sminuiti, anzi io son sempre più convinto della sua forza, della sua importanza e della sua centralità nella vita dell'individuo. Centrale però non significa esclusivo nè tantomeno separato dal resto del nostro sistema che è rappresentato dal corpo; mente e corpo sono un unicum e ciò che nasce da uno passa dall'altro, nel bene e nel male Interrompere questa continuità è un atto di forza, contro natura che spezza la vitalità e la funzionalità del sistema organismo.
Secondo equivoco quando parlo di corpo non intendiamo forza, potenza, tonicità e il fitness in generale, ma mi voglio riferire alla sua capacità di essere vitale e libero di vibrare: la bioenergetica non è una disciplina atletica o semplicemente fisica ma è un approccio, anche corporeo, della psicoterapia che noi utilizziamo per la crescita e lo sviluppo personale
Arrendersi al corpo (cit A. Lowen)
Osservarci e sentirci è quindi fondamentale per comprendere il nostro livello di positività e la capacità di trasmetterla agli altri con cui entriamo in relazione nell'organizzazione ( ma non solo), soprattutto se questa è una relazione da "leader" (consideriamo che in una organizzazione ognuno è leader per qualcuno in un preciso momento). Diventa quindi essenziale e imprescindibile recuperare la capacità di sentire e di provare emozioni anche intense, arrendersi al proprio corpo esattamente come il titolo di un libro di A. Lowen. Abbandonare la paura di sentirsi "pieni" e gestire il torrente di emozioni portandolo in superficie.
Ogni percorso di coaching con noi è finalizzato a questo, a estendere la propria consapevolezza rispetto a tutto il nostro stesso sistema, allargando la capacità di vedere ciò che fino ad ora non si è visto, compreso quel torrente di emozioni che scorreva sotto traccia.
Il sistema e le sue risorse
Il nostro sistema è immenso, con molteplici ridondanze funzionali ad avere più risorse in grado di raggiungere lo stesso obiettivo: un sistema attrezzato ad affrontare qualsiasi complessità si possa presentare nella vita e in particolar modo in una organizzazione. Questo però solo a condizione che tutte queste risorse vengano individuate e liberate dalle gabbie in cui finiscono per la pressione dei blocchi e delle tensioni.
Per raggiungere questo obiettivo è necessario partire dal rivedere la nostra idea di potere passando da un concetto di "potere" uguale a forza che blocca che introduce ostacoli a una idea di "potere" che libera gli ostacoli e conduce al cambiamento vero e profondo. Lowen afferma nel video che per avere una casa nuova non basta dipingerla ma serve rifondare le mura e ridisegnare gli spazi.
La sfida
Ora io chiedo a chi mi sta leggendo se è veramente pronto a rifondare se stesso abbandonando la paura di sentire le emozioni liberando i blocchi e le tensioni non necessarie per conquistare quella serenità e vitalità che chiunque ci stia "intorno" cerca in noi ed è disposto a seguire.
La domanda potrebbe apparire retorica, chiunque risponderebbe positivamente a una simile sfida ...
E' questa però una sfida semplice e difficile allo stesso tempo: semplice perchè veloce e quasi immediata, abbiamo tutto a portata di mano e sempre con noi, difficile perchè significa rinunciare al bagaglio di convinzioni che ci ha accompagnato fino ad ora. Ognuno ha il proprio: chi urla e chi si nasconde, chi invade e chi si ritrae, chi parla sempre e chi non dice niente, chi si auto esalta e chi si sminuisce, chi eccede nel controllo e chi sconfina nel più superficiale menefreghismo.
Una serie di atteggiamenti che hanno sempre una direzione, dalla mente al corpo e non viceversa , e che abbiamo imparato da qualcuno o ci siamo inventati creandoci il nostro personale copione da recitare quotidianamente per farci strada nella vita e nella professione, ma che, e mentre lo leggete vi chiedo di rifletterci, ci costano tanta fatica e ci comportano "scomodità" crescenti.
Ritrovare la naturalezza è importante per passare da un controllo fatto di rigidità quasi marziale teso a bloccare l'azione nostra e altrui (partendo dal respiro) a un controllo sincero e fluido dinamico e vibrante teso a fluire nello spazio (sempre partendo dal respiro) mantenendo sempre la propria stabilità e il proprio equilibrio.
Secondo Lowen questo è un sistema (mente e corpo) sano e secondo noi (di EneregtiCoaching) questa è una leadership sana, la leadership della serenità che dà positività alle persone con cui stiamo in relazione.
Questo, come già detto, non si traduce nel non aver problemi da risolvere o "gatte da pelare" , non c'entra niente cosa si affronta ma come lo si affronta, con quale livello di agilità mente-corpo si corre lungo la strada e si affrontano gli ostacoli.
L'esempio di Batman ne "Il Cavaliere Oscuro, il ritorno"
La rappresentazione ideale di questo è (io sono per la contaminazione), nel film di Batman "Il Cavaliere Oscuro, il ritorno" (https://it.wikipedia.org/wiki/Il_cavaliere_oscuro_-_Il_ritorno): c'è una scena infatti cui Bruce Wayne imprigionato assieme ad altri in un pozzo tenta di risalire e riconquistare la libertà affrontando un grande salto dall'ultimo appoggio della scala di risalita del pozzo alla sommità dello stesso. Dopo vari tentativi mancati di salto, legato però ad una corda di sicurezza, (necessaria per salvarlo in caso di caduta per mancato raggiungimento della sommità) Bruce segue il consiglio di un vecchio saggio, prigioniero come lui, che gli suggerisce di saltare senza corda di sicurezza, e ce la fa, raggiunge la sommità e libertà.
Ce la fa perchè ha avuto il coraggio di liberarsi di quella che era sì una sicurezza ma al tempo stesso una zavorra, ha saltato sicuro di sè, sapendo di poter contare solo sulle proprie energie ma consapevole che queste sarebbero state sufficienti senza la paura di affrontare la sfida. Ha saltato senza rete, senza paura di sbagliare perchè sapeva che la paura di sbagliare è forse il modo migliore per sbagliare.
La traduzione nella nostra vita è immediata e vi invito a farne una vostra personale pensando a quali corde ci danno sì sicurezza ma ci bloccano l'azione, nel corpo (pesano) e nella mente (so che posso usare meno risorse di quelle che possiedo perchè so di poter sbagliare e ... sbaglio).
Noi siam qui per supportare chiunque voglia abbandonare la corda di sicurezza e saltare fino alla libertà. Contattaci