Coaching e Gamification: il coaching può diventare un business game?
Coaching e Gamification: business e social games

In questo post cerchiamo di esplorare una nuova dimensione del "coaching" contaminandola con il "giocare" o come direbbero gli anglosassoni con la "gamification".
Gamification
Prima di parlare di coaching una breve sintesi di cos'è la gamification che tradotto letteralmente significherebbe "ludicizzazione" ovvero il portare i principi dei giochi in contesti esterni ad essi come infatti, a prima vista, potrebbero sembrare il coaching e lo sviluppo personale in generale.
Sottolineo a prima vista, perchè se ci prendiamo il tempo di un approfondimento, magari leggendo il paper "Social Motivations To Use Gamification: An Empirical Study Of Gamifying Exercise" di Juho Hamari e Jonna Koivisto possiamo rilevare che negli ultimi anni la gamification è stata utilizzata moltissimo e frequentemente per aumentare le competenze manageriali e in particolare di marketing, change management, leadership, visione strategica e in generale per aumentare la motivazione.
Gartner nel 2011 aveva infatti previsto che entro il 2015 il 50% delle organizzazioni USA avrebbe utilizzato la gamification per i propri processi di sviluppo ma anche operativi.
In particolar modo vogliamo parlare dei "social games" che sono oggi utilizzati per aumentare sia la capacità relazionale che l'attitudine a costruire le connessioni sociali, due capacità che sono, giustamente, ritenute fondamentali per il successo delle organizzazioni oggi.
Il sistema persona, il nucleo base di energeticoaching
La persona è un sistema di risorse e le organizzazioni (dal nucleo familiare all’impresa) sono, a loro volta, un sistema di persone.
Per noi, quindi, il miglioramento è la crescita dei sistemi, l'individuo e il gruppo, è deve (in inglese must) un momento di crescita armonica e congruente di tutte le loro componenti. Armoniosa e positiva, di divertimento costruttivo, una gioiosa ricerca e riscoperta di chi siamo e soprattutto di cosa siamo capaci di fare.
Crescita in serenità e felicità perchè se si cerca il benessere non si può trovare la sofferenza; per far questo si parte da ciò che già abbiamo, dalle nostre risorse per portarle in superficie e potenziarle evitando la noiosa e a volte dolorosa ricerca dei "gap" delle aree di miglioramento che spesso caratterizza i percorsi di sviluppo professionale. Una crescita che dà equilibrio e non destabilizza, come già avevamo scritto nel post "leadership: che cosa significa", e che può essere una divertente scoperta rispetto a cosa possiamo osare e in cosa possiamo riuscire, e sarà ricca di stimoli che si autogenerano nel percorso stesso. Per questo il gioco è tra le migliori risposte che possiamo trovare.
I principi del gioco
Come ripete spesso nei suoi libri e articoli Jane Mc Gonigal i giochi aiutano a ricomporre la realtà: se la tua realtà si è spezzata, il gioco la può riaggiustare, ma se la realtà va già bene il gioco la può addirittura migliorare.
Il senso di questo affermazione è immediato, quasi istintivo, i giochi, infatti, scatenano emozioni positive in un contesto dove si può agire in pienezza e libertà, senza critiche o giudizio, inducono l'empowerment.
Nel gioco si tocca con mano il potere e l'utilità (imprescindibile) della connessione sociale; ci si “sperimenta” su come si collabora e si crea gruppo (indipendentemente dal tipo di persone con cui si ha a che fare), è un vero "team builder".
Ogni gioco è come un nuovo progetto dove è facile trovare immediatamente l’adesione a una identità, a una idea comune a un obiettivo nobile, quello di far punti e vincere, e dove ci si impegna sempre duramente perché la soddisfazione è raggiungibile e tutto intorno è chiaro: motivazioni, nemici e alleati, regole e risultati da raggiungere.
In sintesi è facile affermare che i giochi ci portano a utilizzare il meglio della nostra energia e ci fanno operare con un ottimismo incrollabile visto l'ambiente protetto in cui si opera e spingono chi vi partecipa al miglioramento continuo grazie ad un importantissimo senso di responsabilità verso se stessi e verso il gruppo: per questo sono la metafora del coaching bioenergetico.
Come si deve strutturare un gioco "bioenergetico"
E' facile infatti assimilare il gioco a un percorso di coaching bioenergetico o, ancora meglio è semplice pensare a un percorso di coaching bioenergetico.
Come nella bioenergetica ci sono sono ostacoli non necessari che stimolano creatività e problem solving ma soprattutto ci portano in contatto con le nostre risorse più importanti. Pensiamo ad esempio al "grounding" che ci costringe a una posizione apparentemente innaturale (anche se in realtà è esattamente l'opposto) ma che ci porta a contattare la stabilità e ad aprire le spalle per respirare meglio.
I giochi hanno diverse fonti di conoscenza e danno importanza all’esperienza, il che spinge all’auto apprendimento e a tradurre in pratica il sapere teorico esattamente come pensare a una risorsa in senso astratto e sentirsela nel corpo.
Essi ci propongono obiettivi sempre più ambiziosi e ci portano a collegare il qui e ora con una visione di più lungo periodo: "sto bene adesso ma domani come starò, ciò che faccio ora come si "incastra" in un progetto di più ampio respiro".
Giocando possiamo affrontare sfide epiche e sentirsi veri protagonisti del cambiamento attivo per noi e per gli altri che vivono (giocano) accanto a noi.
Come in un percorso di Bioenergetica le ricompense e gratificazioni sono veloci e sono replicabili nel tempo, il che ci insegna a trovare da soli la motivazione e il premio per i propri sforzi e contributi.
Nel gioco come nel lavoro bioenergetico impariamo ad accettare continuamente suggerimenti e indicazioni e ci abituiamo ad accettare i consigli.
La Bioenergetica e il gioco
Se, abbiamo detto e visto, la persona è un sistema di risorse e le organizzazioni sono un sistema di persone e se il gioco ci mette alla prova in un contesto stimolante e divertente i due sistemi spingendo e favorendo ogni partecipante a contattare tutte le proprie risorse energetiche - creative emozionali/relazionali e realizzative, allora i principi di bioenergetica applicati (da noi) allo sviluppo (individuale e di gruppo) sono assolutamente coerenti e congruenti con il gioco e le logiche della gamification.
I giochi sono uno strumento potente per
vedere e “toccare”, prendendone consapevolezza, le proprie risorse ovunque siano nel sistema corpo-mente valutarne la forza potenziarle nell’intensità e nella disponibilità individuare e affrontare i propri blocchi e le proprie tensioni
I principi degli Improving Games (i business game di energeticoaching)
Per tradurre tutto ciò in pratica abbiamo progettato e realizzato i nostri social games, gli improving games, basandoci sui seguenti principi:
agire su due direttrici sempre presenti e parallele: individuale, verso il proprio equilibrio e "centratura" e di gruppo, verso l’armonizzazione e la ottimizzazione delle individualità
operare sinergicamente sui tre piani, che cosa penso, che cosa sento e che cosa faccio, ovvero sulla congruenza
prendere consapevolezza delle tensioni del corpo per comprendere gli "snodi" della mente, contatto e interpretazione delle emozioni per gestire i comportamenti e le relazioni;
ricercare in sé la propria “pienezza” e soddisfazione prima di scaricare sugli altri la responsabilità di raggiungere il nostro benessere e i nostri successi;
conquistare la libertà di esprimersi, nel pieno rispetto e nella altrettanto piena collaborazione con gli altri.
Inoltre nei nostri Improving Games applichiamo sempre alcune regole costruite per conseguire il miglioramento del gruppo e della persona alcune delle quali ispirate direttamente alla Bioenergetica. Queste regole sono:
Verifica del possesso e della consapevolezza delle tre energie (creativa, relazionale e realizzativa) da parte dei partecipanti, prima e dopo;
Contatto con se stessi, con le proprie emozioni e con il proprio corpo per acquisire la consapevolezza della propria forza così come delle proprie tensioni (intensità e origine);
Prove individuali e prove di team armonizzate tra loro, sfide e tensione verso il superamento dei propri limiti;
Obiettivi precisi, regole, un format definito, una divisione in squadre, dei giudici, dei facilitatori, un punteggio e uno o più vincitori.
Conclusione
Crescere è importante ma deve essere anche divertente, siamo tutti esseri che cercano il benessere e spesso la fatica del momento ci nasconde il piacere del risultato. Contaminando il coaching (individuale e di team) con la gamification noi speriamo di rendere più fluida e vibrante (come direbbe Alexander Lowen) l'attività di miglioramento continuo. Mai come oggi sia il singolo individuo che l'organizzazione non si possono permettere di non migliorare giorno per giorno anno per anno; la competizione è sul merito sempre e comunque e il primo merito è credere e investire su se stessi. Avevamo già scritto di questo nel nostro post "il lusso dell'incompetenza e la crescita individuale".
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