La sinfonia del cervello (cit Goldberg)

Ho appena finto di leggere un libro meraviglioso "La sinfonia del Cervello" di Elkhonon Goldberg, già autore del Paradosso della Saggezza, neuropsicologo con la passione per la divulgazione.
Goldberg in questo suo meraviglioso libro mi ha accompagnato non solo nell'esplorazione del cervello, il nostro organo più misterioso e complesso come lo definisce lui, ma grazie al suo gusto condivisibile per la contaminazione, mi aiutato a chiarire o a poter esprimere meglio altri pensieri. In particolare quelli sullo sviluppo e la crescita personale.
Tra i tanti passaggi illuminanti del libro mi piace riportare qui questo tratto dal discorso sul fitness cognitivo.
"Un giocatore di tennis o di golf impegnato nell'esercizio quotidiano del suo sport, potrebbe cercare di migliorare un colpo in particolare. Questa situazione è molto vicina ad un addestramento cognitivo orientato a un obiettivo specifico. Oppure il nostro sportivo potrebbe sperare, esercitandosi in alcuni colpi particolari di ottenere un miglioramento anche negli altri e quindi nel suo gioco in generale. Questa situazione è simile a quella dell'addestramento cognitivo fondato sul sistema funzionale. Infine costui potrebbe intraprendere un programma di esercizi con lo scopo di migliorare non tanto il gioco di per se stesso, ma il proprio corpo. Questo tentativo è simile al tentativo di migliorare la funzione cerebrale. Il terzo obiettivo è di gran lunga il più ambizioso dei primi due, ma i dati in nostro possesso dicono che realizzabile, quantomeno in linea di principio"
- pagina 326 della edizione Italiana Ponte alle Grazie capitolo "cosa potete fare per me" paragrafo "plasticità cerebrale ed esercizio cognitivo" -
Sposiamo (io Patrizia Marforio i fondatori di EnergetiCoaching) totalmente l'idea espressa da Goldberg al punto di averla fatta divenire, il principio fondante della nostra teoria di coaching: partire da un problema ma puntare al miglioramento di tutto il sistema persona, corpo mente, pensiero emozione realizzazione.
Il miglioramento è un concetto "liquido", per dirla alla Baumann, concentrarsi su un unico punto, sia esso una capacità da acquisire, un obiettivo da raggiungere, un problema da risolvere o una paura da sbloccare rischia di essere o improduttivo: tanto sforzo per un risultato ristretto e circoscritto o un lavoro usa e getta (nel senso che raggiunto il risultato lo sforzo non può essere replicato). Questo sia per cause esterne, cambia il contesto in cui si agisce, che per l'eccessiva specificità del lavoro o la difficoltà di trasportarlo in ambiti e contesti diversi.
La verità è che noi non sappiamo cosa ci troveremo domani, quale salto dovremmo fare quale abilità dovremo esercitare quale capacità dovremo potenziare o acquisire. La vita non è una partita di golf o di tennis (per rimanere sulla metafora) dove le possibilità di gioco per quanto varie sono finite: nella vita ci può accadere di tutto e sarebbe davvero presuntuoso allenarsi solo per qualche "colpo o manovra" pensando di conoscere in anticipo l'evolvere degli eventi e, soprattutto, l'impatto che avrà sul nostro sistema.
Il miglioramento è del sistema non di una sua singola parte: e migliorando il nostro sistema personale "centrando la centratura" miglioriamo il nostro star con gli altri che, in questa nostra società fondata sulle connessioni e relazioni, è il vero fine ultimo di qualsiasi lavoro (e questo vale per lo stare in famiglia in comunità sociale o in una organizzazione).
Con il coaching bioenergetico cerchiamo di allenare il sistema a essere agile e flessibile ma allo stesso tempo in grado di generare e rigenerare l'energia per muoversi liberamente alla ricerca della soddisfazione, qualunque essa sia e qualunque impegno richieda.
Un discorso questo testimoniato da un altro fatto raccontato nello stesso libro, allorquando l'autore racconta di una religiosa, suor Mary (della School Sisters di Notre Dame di Mankato - Minnesota). Suor Mary, morta a 101 anni fin quando era in vita, anche poco prima della morte, aveva ottenuto buoni risultati ai test cognitivi, il suo cervello però, come risultato dalla autopsia, era pieno di placche e di grovigli neurofibrillari multipli segni del morbo di Alzheimer. Da qui la riflessione che se certi colpi non si possono evitare è bene essere preparati a riceverli per minimizzarne la conseguenze.
Allenare tutto il sistema corpo mente nella sua totalità e interezza serve a garantirci una vita piena e libera grazie alla capacità di mobilitare e utilizzare le risorse giuste al momento giusto per controbattere agli ostacoli che incontriamo ma ancor di più e meglio per poterci lanciare oltre verso il traguardo che vogliamo.
In conclusione possiamo affermare quanto sia importante che la nostra azione di crescita vada indirizzata non sul perfezionare quel "singolo colpo" ma sulla capacità di agire qualsiasi colpo.