L'importanza di osservarsi. Appendix
Appendice a "L'importanza di osservarsi" : stare nella relazione durante un colloquio di selezione (nuovo posto di lavoro o nuovo progetto).
Con questo post proviamo a calare nella realtà professionale il senso dell'urgenza e dell'importanza di osservarsi (argomento di un post già pubblicato) partendo da un evento che condiziona la vita di chiunque lavori: il colloquio di selezione.
Per farsi assumere sono necessarie due condizioni: trasmettere a chi sta valutando l'idea che si è perfettamente compreso il problema che lui deve risolvere, e che si è la persona giusta per risolverlo. Si devono pertanto far percepire, al di là di ogni ragionevole dubbio, la capacità di cogliere l'essenza e i contorni del problema (o del progetto) e del contesto in cui si origina e sviluppa, e, allo stesso tempo, la capacità di essere portatore di quella positività necessaria per assolvere al miglioramento richiesto senza però danneggiare l'ambiente. Soluzioni senza effetti collaterali.
Accertato questo l'osservarsi è essenziale per capire, durante il colloquio, una serie di elementi che qui sintetizziamo:
sto realmente comunicando con chi mi ascolta e quindi sto esprimendo ciò che lui mi ha chiesto, esplicitamente o no, oppure sto parlando per me e di me in senso generale e dispersivo?
ascolto lui o ascolto solo la mia voce?
sto stimolando il mio interlocutore a parlare del suo problema progetto o sto occupando la scena in modo esclusivo?
sto mettendo il problema/progetto al centro della relazione o sto solo pensando a come metterci me?
sto rilevando gli elementi per comprendere problema/progetto e contesto oppure sono solo autoreferenziale?
sto trasmettendo la mia sicurezza e positività derivante dall'aver capito qual'è il problema/progetto e quali sono le mie competenze che lo possono risolvere oppure trasmetto confusione o ansia perchè non so cosa mi viene chiesto?
In altre parole, sto parlando di me in questo preciso "qui e ora" fatto dalla persona e dal tema che mi viene riportato oppure sono avulso, disperso in un passato incerto, o lanciato in un futuro dai contorni sfumati?
Questa è una prima versione applicativa della capacità di osservarsi.
Va detto però che tutto ciò, molto facile e semplice da elencare, non lo si fa improvvisando o improvvisandosi introspettivi. Per osservarsi e rispondere a queste domande velocemente, senza perdere la propria verità e spontaneità, sfruttando in modo ottimale il tempo che ci viene concesso (ivi compreso quello necessario per eventuali cambi di rotta), è necessario avere una altissima consapevolezza di sè e un allenamento da atleta nell'osservarsi in qualsiasi contesto e in qualsiasi relazione.
E, concludiamo ripetendo ciò che può essere il nostro mantra, l'osservazione va fatta sui tre livelli: contattare l'energia che sentiamo e stiamo trasmettendo, le emozioni che ci stanno attraversando realizzando come ci stanno condizionando e, ultimo ma non meno importante, ascoltando cosa stiamo dicendo e come lo stiamo dicendo.